Castellammare del Golfo – Cultura
Castellammare del Golfo sorge alle pendici del complesso montuoso di Monte Inici, il golfo prospiciente il castello, è delimitato a est da capo Rama e a ovest da capo San Vito. La città nasce come “Emporium Segestanorum”, porto della vicina Segesta, il luogo, cioè, dove gli Elimi esercitavano i loro commerci con le navi straniere. Furono gli Arabi che connotarono il centro ribattezzato Al Madarig, ovvero “la scalinata”, termine che con molta probabilità indicava la scalinata che dalla parte più alta del bastione fortificato conduceva al porto. Uno degli elementi centrali di Castellammare del Golfo è il Castello arabo-normanno, furono gli arabi a realizzare il primo nucleo di quest’ultimo poi ampliato dai Normanni. La città conobbe un periodo di crescita soprattutto dopo i Vespri, quando la cittadina fu terra baronale di proprietà di Federico d’Antiochia e divenne importante polo commerciale legato all’esportazione del grano. Di questo periodo è l’ampliamento del castello sul mare. Nel settecento e nell’Ottocento il paese continuò ad ampliarsi, avendo come fulcro del proprio sviluppo economico il porto. Oggi Castellammare, grazie ad un patrimonio di valore inestimabile, costituito dalla straordinaria bellezza naturalistica delle sue coste e del suo immediato entroterra, si è giustamente proposta come importante polo di attrazione turistica che molto può offrire ai suoi visitatori. L’economia della comunità era in passato, più che oggi, fondata sulla pesca e sull’agricoltura, invece negli ultimi anni il turismo svolge un ruolo sempre più importante nella valorizzazione culturale, oltre che prettamente marittima, dei luoghi.
Castello Arabo-Normanno
Le prime notizie riguardanti il castello arabo-normanno di Castellammare del Golfo sono riferite dal geografo arabo Idrisi nel suo “Libro di Re Ruggero”, risalente al 1154. La costruzione si attribuisce agli Arabi che lo eressero, intorno al X secolo, sulle rovine di preesistenti fortificazioni. Il castello venne edificato su uno sperone roccioso prossimo al mare, collegato alla terraferma tramite un ponte levatoio. Ampliato dai Normanni, divenne poi un’importante fortezza degli Svevi che lo cinsero di mura e vi innalzarono delle torri. Nel 1500 il castello aveva due torri merlate: una detta “di San Giorgio”, l’altra “della Campana”. Nel 1521 il fortilizio viene protetto da una prima cinta muraria e, nel 1537, venne eretta una terza torre, chiamata “il Baluardo”. Nel 1587 venne completata la seconda cinta muraria, munita di tre porte d’accesso. È in questo periodo che il ponte levatoio venne sostituito dal ponte in muratura tutt’oggi esistente. L’imponente e suggestivo Castello è senza dubbio la più importante fortezza della Sicilia occidentale, contiene elementi di grande rilevanza architettonica come la torre ancora esistente detta dell’Artigliera del 1537, e il portaletto con motivi decorativi tardo gotici. Oggi il castello è stato restaurato e ospita, al suo interno, il Polo Museale “La memoria del Mediterraneo” che ha lo scopo di conservare e valorizzare il patrimonio storico, artistico ed etno-antropologico della città e del suo territorio. Esso è articolato in quattro sezioni: Museo dell’acqua e dei mulini, Museo delle attività produttive (Fondazione “Annalisa Buccellato”), Museo archeologico e Museo delle attività Marinare. Divenuto in tempi piuttosto recenti patrimonio comunale, offre al turista la possibilità di godere di uno dei luoghi più belli e affascinanti della Sicilia occidentale. Un itinerario turistico del luogo non può che cominciare da qui.
Palazzo Crociferi
Nel cuore del centro storico di Castellammare del Golfo svetta tra le varie strutture civili il Palazzo Crociferi, esso sorge all’interno di un ex convento, oggi sede del Municipio e adibito a Sala Consiliare. Palazzo Crociferi venne fondato nel 1659, come convento dei Padri Crociferi, per volere della principessa Francesca Balsamo di Roccafiorita. Questo palazzo signorile oltre ad avere uno scopo amministrativo custodisce al suo interno due spazi di enorme valore culturale quali: Il Teatro Apollo Anton Rocco Guadagno e l’Arena delle Rose. Quest’ultimi nascono allo scopo di offrire alla cittadinanza un luogo di socializzazione e promozione culturale.
Nel chiostro si svolgono d’estate spettacoli teatrali ed eventi come Cinema sotto le stelle.
Villa Regina Margherita
Questa villa sorge tra gli affascinanti vicoli del centro storico di Castellammare del Golfo. Grazioso giardino pubblico, è impiantato su diverse terrazze digradanti. Si caratterizza come unico fulcro paesaggistico in armonia con il contesto architettonico e urbano. Divenuta Villa comunale dopo l’Unità d’Italia, abbraccia da prospettive diverse alcune zone della città quali: il centro storico e il porto, quest’ultimo è messo in comunicazione con la Villa mediante una gradinata che arriva fino al quartiere Chiusa. Il giardino è un luogo particolarmente importante e affascinante della città, oltre ai fiori e le piante caratteristica è la cornice nella quale essi crescono: palme da dattero e innumerevoli piante esotiche, imponenti sono ad esempio i maestosi alberi di Ficus benjamin collocati all’ingresso. La villa ha subito recentemente dei lavori di restyling soprattutto sulla pavimentazione, i viali alberati e l’ingresso, valorizzando il Belvedere interno al giardino dal quale si può ammirare un paesaggio incantevole. Questa è un’area di assoluto rilievo per Castellammare del Golfo, non solo per la sua valenza artistica ma anche per la presenza delle più svariate essenze arboree e per il meraviglioso panorama che offre la villa stessa che si affaccia a strapiombo sul Golfo di Castellammare.
Biblioteca comunale multimediale “Barbara Rizzo, Giuseppe e Salvatore Asta”
La biblioteca sorge in una delle zone centrali della città quale Piazza Matteotti. La struttura è stata intitolata a Barbara Rizzo e i suoi due figli Giuseppe e Salvatore Asta, il loro sacrificio inconsapevolmente è divenuto un simbolo delle stragi di mafia in provincia di Trapani. La mattina del 2 aprile del 1985, sulla strada statale che attraversa Pizzolungo, un’autobomba è pronta per l’attentato al sostituto procuratore Carlo Palermo che dalla casa dove alloggia a Bonagia si stava recando al palazzo di Giustizia di Trapani a bordo di una 132 blindata, accompagnato dalla scorta. Il fato vuole che al passaggio dell’auto quest’ultima venisse superata da una macchina utilitaria con a bordo Barbara Rizzo, 30 anni, che accompagnava a scuola i figli Salvatore e Giuseppe Asta, gemelli di 6 anni. L’utilitaria si viene a trovare tra l’autobomba e la 132, l’autobomba viene fatta esplodere comunque. In questo modo l’utilitaria fa da scudo all’auto del sostituto procuratore che rimane solo ferito. Invece nell’esplosione muoiono dilaniati la donna e i due bambini. Questo evento diviene indelebile nella vita dei siciliani, da qui la volontà di farne memoria da parte dei castellammaresi. La biblioteca oggi è un importantissimo nucleo di aggregazione sociale e di promozione culturale, essa raccoglie un patrimonio totale di 13.008 volumi e 902 opere nel catalogo collettivo (OPAC). Le sezioni principali sono inerenti: il patrimonio storia locale, testi per ragazzi, materiale audiovisivo. Di particolare rilevanza sono infine alcune opere; romanzi, saggi e racconti, stampati a caratteri maggiorati per permettere a tutti il piacere della lettura, anche a chi ha problemi di vista, per una malattia congenita o per l´avanzare dell´età. Trentadue libri a grandi caratteri sono a disposizione dei lettori ipovedenti in un´apposita sezione della biblioteca. L´importante passo avanti per l’apertura a tutti della biblioteca è stata possibile grazie a Gaspare Compagno, rappresentante dell´associazione nazionale privi della vista e ipovedenti, e alla collaborazione con la biblioteca italiana per ipovedenti di Treviso, presieduta da Giuseppe Marinò che, nell´ambito del progetto “Leggere facile, leggere tutti”, ha donato i primi 32 volumi a grandi caratteri alla biblioteca di Castellammare del Golfo diretta da Baldo Sabella. Si tratta di pubblicazioni realizzate con caratteristiche di impaginazione specifiche per tipo e dimensioni dei caratteri, spazi fra parole e singole lettere ed altre caratteristiche studiate appositamente per rilassare la vista e rendere la lettura più piacevole: per esempio la stampa è su carta in color avorio per ridurre riflessi. I volumi disponibili spaziano dai classici della letteratura di ogni tempo, Sciascia, Wilde e Byron, ai grandi autori contemporanei, Camilleri, Dahl, Sepulveda, inclusa la letteratura per ragazzi. Il servizio “Leggere facile, leggere tutti” è gratuito: il personale della biblioteca assiste l´utente per la consultazione, la scelta, il prestito e la riconsegna dei volumi. I libri si trovano in una apposita scaffalatura, donata da privati, posta al piano terra della biblioteca.
Museo dell’Acqua e dei Mulini
Tra gli edifici di interesse turistico figura il Castello arabo-normanno, oggi polo museale. Al suo interno la prima area espositiva è dedicata al Museo dell’Acqua e dei Mulini, questa sezione è stata realizzata grazie all’avvio del progetto ARAMIS, elaborato dall’Istituto di Tecnologie Applicate ai Beni Culturali del C.N.R. nell’ambito del Programma Raffaello della Commissione Europea. Il progetto europeo mirava a definire la stretta relazione tra uomo e macchina. Il centro scientifico-museale allestito nel castello rende pubblici i risultati di un lungo lavoro di studio e documentazione sui materiali e sulle macchine debitamente restaurate. In quest’area del polo museale, utilizzando sistemi di comunicazione didattici e l’ausilio di tecnologie multimediali come ad esempio video, diapositive, testi e foto, è possibile vivere un esperienza di forte impatto emotivo allo scopo di stimolare l’immaginario e la memoria collettiva dei fruitori. Inoltre sono qui esposti differenti attrezzi delle tecniche agricole e dei modi di vivere antichi del territorio. I visitatori del Museo dell’Acqua e dei Mulini possono apprezzare questi beni territoriali che costituiscono le testimonianze di un vasto processo storico di antropizzazione. Infatti, la collezione permette, a chi fosse interessato, di approfondire le conoscenze di un popolo, la cui sussistenza si basava su un’economia proveniente dai prodotti che madre natura metteva a disposizione, quindi dalla terra e dal mare. Nel dettaglio il Museo si articola in tre sezioni: la prima comprende la biblioteca cartacea ed informatica, la seconda il centro di documentazione per la catalogazione e lo studio dei mulini nel bacino Mediterraneo e nella terza sezione si sviluppa il Museo vero e proprio con le sale espositive e didattiche. La sezione biblioteca accoglie volumi e riviste facilmente accessibili e consultabili raccolti in settori tematici specialistici (storia degli Arabi in Occidente, sistemi di irrigazione e canalizzazione, archeologia idraulica, archeologia della produzione, storia e tecnica dei mulini ad acqua). Il centro di documentazione è dotato di aula telematica interattiva per la raccolta, l’elaborazione e lo scambio dei dati. In essa vengono attivati uno o più terminali informativi con banche dati degli studi storico-archeologici, elaborazioni ipertestuali delle ricerche svolte collegati in rete per l’invio di dati tra i poli e una biblioteca informatica per la consultazione. Le due sezioni, dotate di uffici, si collocano nel primo livello del museo, in un’area distinta dall’area espositiva. Quest’ultima è disposta su tre livelli: nel primo livello oltre all’ingresso, con la biglietteria e i servizi igienici sono organizzati gli spazi informativi con consultazione, su terminali, di prodotti multimediali, di banche dati di studi storico-archeologici con testi e disegni su supporto informatico e di elaborazioni ipertestuali sul tema. Una sala conferenze viene destinata alla riproduzione di audiovisivi, filmati e documentari esplicativi del funzionamento dei mulini ad acqua e del loro rapporto con il territorio e con i sistemi di canalizzazione idrica e irrigazione agricola. Una sequenza di pannelli guida il visitatore in un percorso sistematico ritmato da informazioni, commenti critici, dati analitici, documenti, oggetti, testimonianze, disegni, foto e schemi. I pannelli illustrano sia la storia e le caratteristiche di questi edifici che le tecniche di funzionamento, inoltre descrivono i sistemi di distribuzione delle acque che gli Arabi realizzarono nelle aree rurali delle loro conquiste. Le sale successive sono dedicate all’intero ciclo di produzione antico della farina dalla raccolta, alla pulitura e macinazione del grano. In esse vengono esposti gli antichi macchinari per la molitura, dalle ruote in legno a quelle in metallo, dalle macine agli argani per il loro sollevamento, precedentemente raccolti nel territorio e adeguatamente restaurati. La loro disposizione è tale da consentire la comprensione del funzionamento degli edifici molitori. I pezzi originali sono affiancati da modelli in scala che riproducono nei dettagli i meccanismi e gli attrezzi per la macina al fine di chiarire ulteriormente il processo di produzione. Nell’ultimo livello, accessibile anche direttamente dall’esterno si trova un ambiente particolarmente suggestivo, a lungo destinato a granaio e così ancora nominato. Questo locale ospita una ricostruzione fedele e completa di un mulino, disposta su due livelli: nel piano superiore si trova la sala per la pulitura e la macinazione del grano e nel piano inferiore il locale garraffo con la ruota orizzontale e i dispositivi per la caduta dell’acqua.
Museo Etno-Antropologico “Fondazione Annalisa Buccellato”
Il museo etno-antropologico Annalisa Buccellato e’ stato creato dalla fondazione omonima ed e’ ospitato, insieme al museo dell’acqua e dei mulini ad acqua, nell’ala est del castello arabo normanno di Castellammare del Golfo. Dedicato ai diversi aspetti della civiltà siciliana, conserva oggetti di uso quotidiano legati alle coltivazioni agricole più diffuse, come quelle dei cereali, della vite, dell’olivo, attrezzi di vari mestieri, come il fabbro, il calzolaio, il muratore, il falegname, il bottaio, il conciapiatti utensili e suppellettili domestici. Scopo principale del museo è conservare la memoria del passato per suggerire gli stretti legami intercorrenti tra vecchio e nuovo nella consapevolezza di una continuità tra ciò che e’ e ciò che e’ stato, al fine di tramandare alle nuove generazioni arte, mestieri antichi, tradizioni. Il museo è organizzato in piccole aree espositive, ciascuna dedicata ad una diversa tematica. Fra i temi trattati il frumento, il pane e la pasta; il lavoro della terra; la vite e il vino; la casa e le suppellettili; le trame e gli intrecci; il latte e il formaggio; e infine gli antichi mestieri. Gran parte delle opere esposte sono dono sa parte di privati cittadini, i quali hanno voluto partecipare attivamente alla realizzazione di questo museo vero è proprio “scrigno della memoria”, tra gli oggetti più rilevanti è possibile ammirare telai antichi, attrezzi per la macinazione dell’uva e del grano, nonché utensili di uso comune delle epoche antiche, e ancora arredi utilizzati nelle case, attrezzi adoperati dai contadini per la lavorazione del frumento e del latte, manufatti prodotti dagli artigiani del tempo come i campanacci per bovini e ovini creati dai fabbri.
Museo delle Attività Marinare
Castellammare del Golfo ha una antichissima tradizione legata alla pesca e ad essa è dedicata l’intera sezione del Museo delle Attività Marinare, vera è propria memoria storica di questo antico mestiere. Al suo interno è possibile ammirare un interessante collezione di attrezzi per la pesca del tonno e strumenti per la navigazione, quest’ultimi erano strumenti utilizzati da molte imbarcazioni, infatti il Golfo di Castellammare è da sempre particolarmente apprezzato per le sue acque cristalline e ricche di pesci quali soprattutto il tonno. In epoche remote questi fecero la fortuna di piccoli villaggi come Scopello, florida antica tonnara. Alla pesca del tonno è legata buona parte delle tradizioni locali, e per meglio spiegare quanto debba a questo argenteo pesce la gente di Sicilia nel museo è stata allestita una sezione contenete pannelli illustrativi con foto, disegni, mappe e relazioni, soprattutto per spiegare il più chiaramente possibile l’ingegneria della tonnara, la sua geniale costruzione che ha avuto in epoca araba la sua definitiva “omologazione”. Oggi la pesca di questo pesce non è più consentita, la tonnara è dunque divenuta un luogo incantevole nel quale ammirare il blu intenso del mare e tramonti mozzafiato. Essa è stata anche utilizzata per set cinematografici e pubblicitari.
Il turista che vuole scoprire Castellammare del Golfo non può non soffermarsi in questi luoghi.
Terme Segestane
La Tradizione narra che queste terme scaturirono dalle Ninfe per ristorare Eracle quando arrivò a Segesta dopo aver attraversato la Sicilia da Capo Peloro per l’antica strada di Imera. Il sito non mancherà di affascinare per la sua selvaggia bellezza, per la singolarità del fenomeno delle “ricreatrici” acque calde, per il notevole interesse archeologico che esso, nel suo complesso, riveste. In quest’ottica una tappa fondamentale prima di giungere alle terme è il Ponte Bagni per ammirare dall’alto sia la splendida cascata, sulla sinistra, sia la selvaggia gola scavata dal fiume, sulla destra. Queste terme sono annoverate tra le più rinomate della regione Sicilia. Esse vengono alimentate da acque radioattive ipertermali, che scaturiscono a una temperatura di circa 44°C da tre sorgenti lungo le rive del vicino Fiume Caldo. Nello stabilimento termale sono presenti due piscine termali, di cui una per bambini, e la “grotta della regina” che costituisce una vera e propria sauna naturale. Lo stabilimento propone numerosi trattamenti, tra cui bagni termali, cure inalatorie, massaggi, aerosol e irrigazioni. Fanghi, idromassaggi, grotte e stufe calde completano l’offerta. Queste terme hanno un origine antica e preziosa, esse infatti venivamo già citate per le loro proprietà curative nelle opere degli storici Diodoro Siculo e Strabone. Le sorgenti sono ben sei e nelle vasche dei piccoli impianti si possono fare bagni salutari ma anche soltanto rilassanti.
Chiesa Madre Maria SS. del Soccorso
La Chiesa Madre venne edificata, nel centro della vecchia Castellammare e al limite della città murata, su uno sperone di roccia tufacea che svetta sul mare per circa 25 metri. La costruzione venne iniziata nel maggio del 1726 dal principe di Aragona e signore di Castellammare Baldassare Naselli, per essere aperta al culto nel gennaio del 1736. Il progetto dell’edificio viene attribuito all’architetto Giuseppe Mariani che, oltre a realizzare i disegni, diresse i lavori. Legato alla tradizione classica, il Mariani adopera, nella facciata della Chiesa Madre, uno stile semplice e slanciato, le cui linee ben armonizzate si riflettono anche all’interno dell’edificio sacro, in cui è presente una grande navata centrale, strettamente connessa al presbiterio e alle navate laterali. All’esterno la chiesa si apre verso occidente con tre porte di ingresso, corrispondenti alle tre navate interne. La pianta è a croce latina e la divisione fra le navate è realizzata attraverso tre colonne a pianta quadrata per ogni lato, che sorreggono altrettanti archi rotondi. La separazione fra il presbiterio e il vano della chiesa, invece, avviene per mezzo di due gradini e una balaustra in marmo rosso. La chiesa, dedicata alla Vergine SS. del Soccorso, ospita al suo interno nove altari: il primo è l’altare maggiore, sormontato da un pregiato crocifisso ligneo e dedicato, appunto, al SS. Crocifisso. Nella navata di sinistra si trovano, a partire dal fondo della chiesa, l’altare del Simulacro di Maria SS. del Soccorso, chiuso da due pregiate ed antiche cancellate; l’altare dedicato a Giuseppe; quello di Maria SS. del Carmelo; l’altare di S. Vincenzo Ferreri con la statua di S. Rocco; a quest’ultimo altare segue il fonte battesimale in marmo. Nella navata di destra, procedendo nello stesso ordine, si trovano: l’altare del SS. Sacramento con la statua del S. Cuore di Gesù; l’altare di Maria SS. del Lume; l’altare dei SS. Apostoli Pietro ed Andrea; l’altare di S. Gaetano con la statua di S. Francesco d’Assisi. La decorazione interna, pur essendo influenzata dal Barocco, mantiene tuttavia una certa leggerezza e semplicità, e si caratterizza per gli stucchi e gli intrecci. A Velasquez sembra si debba attribuire l’affresco dipinto nella volta del Coro, in cui si fondono Vecchio e Nuovo Testamento. La scena raffigura la discesa di Cristo Trionfante al limbo, attorniato dai principali protagonisti dell’Antico Testamento. Lo spazio pittorico è diviso in tre piani, in cui i colori si attenuano mano a mano che ci si avvicina al vertice, su cui svetta la raffigurazione del Cristo. Nel primo registro sono raffigurati Re David con l’arpa, Mosè con le tavole della Legge e il sommo sacerdote; nel secondo Adamo ed Eva. Per quanto riguarda gli altri affreschi, quello posto sopra l’ingresso principale rappresenta Ester che chiede la grazia per il suo popolo al re Aussero. L’affresco dipinto sopra l’arco del presbiterio raffigura invece Giuditta. Nel grande medaglione centrale è raffigurata l’Assunzione della Vergine Maria, sollevata dagli Angeli verso la SS. Trinità, con il Padre, rappresentato come un vecchio dalla barba bianca, il Figlio, che regge la Croce, e lo Spirito Santo, sotto forma di colomba. La chiesa ha tre porte d’ingresso verso occidente, una centrale relativa alla navata principale e due di inferiori dimensioni relative alle navate laterali. La Chiesa Madre nelle sue decorazioni e pitture si richiama al barocco.
Chiesa Madonna delle Gazie
La chiesa della Madonna delle Grazie si trova a due passi dalla villa comunale di Castellammare del Golfo, nella piazzetta che dalla chiesa prende il nome. La sua costruzione risale al primo quarto del XVII sec. (1614-1624) e, ai primi anni del secolo successivo, si data l’allestimento dei tre altari che impreziosivano l’edificio sacro: il primo dedicato proprio alla Madonna delle Grazie, il secondo a Santa Rosalia, l’ultimo a Sant’Antonio. Negli anni, gli spazi interni subirono delle modifiche che, nel 1711, portarono alla sostituzione, dell’altare di Santa Rosalia con quello di Sant’Eligio; successivamente, anche l’altare di Sant’Antonio cambiò titolare, e al suo interno venne collocata la statua della Madonna Addolorata che tutt’ora vi si trova. La chiesa conserva ancora un pregiatissimo dipinto del XVIII secolo, raffigurante la Madonna col Bambino.
Chiesa Madonna del Rosario
Il viaggio tra le chiese del centro storico di Castellammare del Golfo si conclude con l’antichissima Chiesa della Madonna del Rosario, detta “di l’agnuni” , dell’angolo, si trova nel borgo attiguo al castello e sembra sia stata eretta in epoca normanna, intorno al 1100. L’edificio, di modeste dimensioni, si caratterizza sopratutto per il bassorilievo cinquecentesco che svetta sul portale di ingresso. Il bassorilievo marmoreo, attribuito al Gagini, raffigura la Madonna col Bambino, affiancata da S. Nicolò a destra e da un eremita in adorazione davanti al Crocifisso a sinistra. L’interno è molto semplice e presenta un’unica navata con un solo altare. Pare che tale semplicità avesse lo scopo di preservare l’edifico sacro dalle razzie dei pirati. All’interno della chiesa è conservata una statua raffigurante una Madonna nera col Bambino,vero è proprio gioiello, collocata in un angolo.