Straordinarie testimonianze di un antico bosco a Quercus virgiliana con il suo corteggio floristico, presenti lungo la strada provinciale che conduce da Calatafimi a Vita, riconducono alla storia di questo paesaggio collinare, in cui le coltivazioni di ulivo e i vigneti seguono la dolce curva di livello, che risale fino al Bosco della Baronia lasciando scoprire Monte Polizzo, l’abitato di Vita ed il demanio di Montagna Grande.
Il Bosco della Baronia, domina il contesto. Ben tenuto ed attrezzato offre spazi per pic-nic; tracce di antiche niviere, rara testimonianza, dell’insolito e antico commercio del ghiaccio; meravigliose vedute panoramiche sulla provincia di Trapani e Palermo. Stupefacente è poi la vista sul tempio di Segesta, sull’obelisco di Pianto Romano e sul Castello di Salemi.
La ricomparsa di Roverelle e Lecci, specie quercine tipiche dell’area mediterranea, riconducono al bosco originario che ricopriva la cima del monte Baronia.
L’attuale bosco gestito dalla Azienda Forestale, oggi ha un’estensione di circa 100 ettari e raggiunge un’altitudine di 630 m s.l.m. con un’area attrezzata con 4 punti cottura e 60 posti a sedere. Alcuni di essi sono accessibili anche alle persone con disabilità.
Nel suo interno, prevalentemente destinato a Conifere appartenenti ai generi Pinus, Cedrus, Cupressus, in cui sono anche presenti Robinie caratterizzate da rapida crescita, sopravvivono lembi dell’antico bosco a Roverella, con il relativo corteggio floristico. Al’interno del bosco si rinvengono anche Rosa canina, Crataegus monogyna, Daphne laureola, Prunus spinosa, Rubus ulmifolius, Calicotome infesta, Asparagus acutifolius, Ruscus aculeatus, Cytisus villosus, Lonicera etrusca, Erica arborea, componenti dello strato arbustivo.
Inoltre, in questa area naturale è possibile avvistare la Ghiandaia, piccolo corvide dal corpo rosato e dal groppone bianco, con coda lunga e nera ed ali bianche ed azzurre, dal temperamento schivo ma che rivela la propria presenza attraverso la sua voce rauca.
Laddove le condizioni del suolo si fanno più aspre, si rinvengono formazioni vegetali costituite da essenze aromatiche pulvinanti quali, il timo, la santoreggia, l’origano, il finocchio selvatico, che riescono a vegetare su substrati rocciosi, talora privi di suolo.